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Che cos'è la Sténochorégraphie?

Che cos’è la Sténochorégraphie?

Dopo aver vissuto la tortuosa e lunga strada della “Chorégraphie” di Beauchamps come nuovo sistema di implementazione degli studi dei linguaggi in codice per le arti (danza in primis) utilizzando i simboli, ecco che proprio agli inizi della seconda metà del 1800 vediamo nascere una pubblicazione altrettanto popolare di un nuovo sistema di studio interpretativo: “la Sténochorégraphie” conosciuta in Italia come Stenocoreografia.

Pubblicata nel 1852 dal grande danzatore, musicista e maestro coreografo riconosciuto per l’innaturale mole dei suoi virtuosismi Arthur Saint-Léon, risulta essere completamente differente dalle pubblicazioni del 700’, quasi in contrapposizione totale.

Infatti nel sistema della Chorégraphie, ad esempio, la parte del movimento viene studiata a livello globale sia nello sviluppo delle tecniche che per quanto concerne quello della coreografia, tradotto perciò nella diretta costituzione dei passi, ed in parallelo attraverso il movimento corporeo nello spazio.

I passi vengono perciò nei sistemi di osservazione precedente, codificati senza lasciare spazio a piccole o grandi variazioni di ampiezza e ritmo, per questo motivo per indicarli sono sfruttati segni del tutto convenzionali.

I segni utilizzati sono per lo più riferiti agli arti inferiori ed al peso del corpo, escludendo gli arti superiori poiché questi ultimi sono intrinseci di un tipo di coordinazione differente, particolarmente fissa saldata a quella opposta di braccia e gambe in relazione tra loro.

Oltre a tutto questo anche la relazione con la base musicale viene valutato su un tipo di relazione totale della battuta ed è per queste ragioni complessive che un sistema di questo genere viene definito “sistema di tipo sintetico”.

La Sténochorégraphie proposta da A.S. Leòn invece non è sintetica ma oltremodo “analitica”, in quanto volta ad esaminare nel profondo il tipo di costruzione del movimento danzato, donando così il rapporto di quest’ultimo con lo spazio circostante per mezzo di veri e propri disegni accanto allo scritto.

Sempre nella Sténochorégraphie sono indicate tutte le parti del corpo, minuziosamente, senza esclusione, osservate in metodo verticale e secondo la cadenza musicale per ogni momento.

Questo fa trapelare quanto nel corso di un solo secolo la danza accademica si sia modificata aggiungendo una innumerevole serie di nuovi movimenti arricchiti, l’esigenza del loro riconoscimento tramite l’annotazione e il codice di segni particolari, ne denota l’evoluzione e il cambio e l’utilizzo di altrettanti gradazioni ritmiche, di dinamica e di coordinamento.

Sistemi futuri vengono altresì implementati e costruiti sulla base di sistemi predecessori, arricchendo il linguaggio, semplificandolo ed adattandolo a nuove esigenze artistiche, tanto da portarci verso la fine del 1800 a sistemi alfabetici come quello dei “movimenti del corpo” redatto nel 1892 grazie al danzatore Vladimir Stepanov che lo utilizza per trascrivere in maniera organica e codificata il capolavoro de “il lago dei cigni”.